Il territorio dei cinque Comuni attraversati dalla Via dei Brentatori offre diversi monumenti e punti di interesse, oltre ai principali monumenti segnalati. A Bologna, poco dopo la partenza si può ammirare la casa di Lucio Dalla, in via d’Azeglio, e fermarsi qualche istante davanti al celebre terrazzo che si affaccia su piazza dei Celestini. Proprio di fronte si trova la Chiesa di San Giovanni Battista dei Celestini, realizzata, nella sua forma attuale, da Carlo Francesco Dotti e Francesco Tadolini nel Settecento. Al suo interno è conservata la tomba dello scultore Niccolò dell’Arca. Pochi metri più avanti, ci sono poi in vicolo Spirito Santo, la Torre Catalani – una delle 20 torri gentilizie ancora esistenti in città, tipico esempio di casa-torre del XIII secolo – e l’Oratorio dello Spirito Santo con la sua facciata decorata con terracotte del Quattrocento. Si arriva in via Collegio di Spagna, che prende il nome dal complesso fondato dal cardinale Egidio Albornoz nel 1364 per ospitare gli studenti spagnoli iscritti all’Università.

Dopo aver attraversato il portico di San Luca e superato l’omonimo Santuario, scesi lungo la Via Crucis dei Bregoli si arriva poi nel Comune di Casalecchio di Reno. Qui, all’inizio del parco della Chiusa si passa davanti alla Chiesa di San Martino, fondata nel VII secolo dai Frati Martiniani, distrutta all’inizio del 900, ricostruita nel 1074 e infine ristrutturata nel 1900.

Da non perdere lo scorcio che dal Parco si può apprezzare verso il Monumento della “Chiusa di Casalecchio di Reno”, antica chiusa di origine medievale posta sul fiume Reno. Addentrandosi nel centro del comune si attraverseranno alcune aree verdi, come il parco della Collina di San Biagio che ha una estensione complessiva di circa 37.700 metri e il parco del Faianello, in cui si potrà passeggiare tra il viale di pioppi che fiancheggia la ciclabile e i tre cipressi calvi in prossimità del Rio Bolsenda. Tra Zola Predosa e Monte San Pietro si attraversa poi il torrente Lavino, che scorre proprio in questa zona.

Arrivati nel territorio di Monte San Pietro, non si può perdere la Chiesa di San Lorenzo in Collina. La sua storia inizia tra il IV e il VI secolo d.C.; all’epoca l’antica pieve aveva il controllo di un vasto territorio, dalla via Emilia alla montagna, dal Lavino al Samoggia e nel 1300 contava sotto la sua giurisdizione ancora 22 chiese. Nel XV secolo, senza più il sistema delle pievi, San Lorenzo decadde. In questo periodo papa Sisto IV ne concesse il giuspatronato ai conti Grassi, che la ristrutturarono, dandole l’aspetto attuale con facciata a capanna, rosone e chiostro rinascimentale. Affacciandosi nel punto panoramico di fianco alla chiesa si possono ammirare i calanchi nei quali nel 1861 il geologo e paleontologo Giovanni Capellini ritrovò i resti di una balenottera fossile, il più importante ritrovamento paleontologico del Bolognese, conservati a Bologna, nel Museo Geologico Giovanni Capellini.

Prima di approdare a Monteveglio, nel Comune di Valsamoggia, si attraversa il nucleo rurale San Teodoro, sede del Centro Visite del Parco dell’Abbazia di Monteveglio; il nome San Teodoro deriva dal legionario orientale martirizzato al tempo di Diocleziano. Infine, da non farsi sfuggire il borgo di Monteveglio, che presenta, oltre all’Abbazia, tracce tuttora esistenti dell’antica fortificazione, come la porta a arco su cui sono ancora evidenti le asole di sollevamento del ponte levatoio e il camminamento. Ci sono inoltre la torre castellana con merlature a coda di rondine e adiacente l’antica Casa di San Benedetto, per secoli sede dell’oratorio e della confraternita di Santa Maria delle Rondini. E ancora, proseguendo nel paese si possono

ammirare la torre campanaria, di aspetto seicentesco, che aveva funzione di richiamo, e l’oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano, costruito dagli abitanti durante l’epidemia di peste del 1631 e restaurato alla fine dell’Ottocento.

A poco più di 2 km da Monteveglio, andando verso Bazzano, si incontra Montebudello, la cui collina fu chiamata “Monte bidello”, ovvero monte del custode e comprende attualmente le due località di Sant’Andrea in Corneliano e Castellazzo. Montebudello diventò bolognese nel 1204 e nel 1227 vi fu eretto il castello di cui adesso restano solo le fondamenta. Al suo posto si trovano il trecentesco oratorio di S. Ubaldo e un edificio in sasso del XVI secolo.